Al Giudice John Tyler
Washington, 28 giugno, 1804
CARO SIGNORE, -- la Vostra del 10 del mese corrente è stata puntualmente ricevuta. Tra le falsità dirette, le travisazioni della realtà, le calunnie e gli insulti ai quali ha fatto ricorso una fazione con l'intento di fuorviare la pubblica opinione, e sopraffare coloro ai quali è affidata la cura dei suoi interessi, il nostro supporto va trovato nella voce approvante della nostra coscienza e della nostra nazione, nella testimonianza dei nostri concittadini, così che la loro fiducia non è rimasta provata da tali artifizi. Quando ai plausi dell'onesta moltitudine, si aggiunge la sobria approvazione del saggio nel suo studio, ciò diviene gratificazione del più alto grado. E' l'approvazione della saggezza che si aggiunge alla voce dell'affetto.
I termini, quindi, con i quali siete così bravo ad esprimere la Vostra soddisfazione per il corso della presente amministrazione non potrebbero darmi più piacere. Io potrei errare nelle mie misure, ma non potrei mai deviare dall'intenzione di fortificare le pubbliche libertà in ogni possibile modo, e togliere dalle mani dei pochi il potere di rivoltarsi contro le opere dei molti. Nessun esperimento potrebbe essere più interessante di quello in cui siamo impegnati ora, e del quale crediamo finirà per dimostrare il fatto che l'uomo può essere governato dalla ragione e dalla verità. Il nostro primo obiettivo deve essere quindi quello di lasciargli aperte tutte le strade per la verità. Il nostro ritrovato migliore finora è la libertà di stampa. E' quindi la prima che viene zittita da quelli che temono che le loro azioni vengano indagate. La fermezza con la quale il popolo ha opposto resistenza ai recenti abusi della stampa, la capacità di discernimento tra la verità e le falsità da loro manifestata , mostra come ad essi possa essere concessa fiducia con sicurezza nello scegliere il vero dal falso, e nel formarsi di un corretto giudizio tra di loro. E' necessario poco per imporsi ai loro sensi, o abbagliare le loro opinioni con la pompa, lo splendore o la forma. Al posto di questi artifizi, com'è più sicuro quel vero rispetto, che è il risultato dell'uso della ragione, e l'abitudine di sottoporre qualunque cosa alla prova del buon senso.
Ritengo quindi, per certo, che aprire le porte della verità, e fortificare l'uso di esaminare ogni cosa con la ragione, siano le più efficaci manette con cui possiamo legare le mani dei nostri successori al fine di evitare che siano loro a mettere in ceppi il popolo con il loro stesso consenso. Il panico in cui vennero ad arte gettati nel 1789 [vedi Alien and Sedition Acts, ndG ], la frenesia che è stata loro indotta dai loro nemici, con la quale volevano, con apparente prontezza, abbandonare i principi stabiliti per la loro stessa protezione, sembrarono per un po' incoraggiare le opinioni di chi dice che ad essi non vada affidato il loro stesso governo. Ma io non ho mai dubitato della loro ripresa, ed essi si sono riavuti più prestamente di quanto mi aspettassi. Tutto considerato, questo esperimento sulla loro credulità ha confermato la mia fiducia nel loro fondamentale buon senso e virtù.
Mi dolgo di venire a conoscenza che una simile sfortuna Vi abbia fatto provare l'afflizione di un padre che perde un amato figlio. Per quanto sia terribile la possibilità di un altro accidente simile, è comunque una benedizione di inestimabile valore per Voi che non dobbiate scendere nella tomba senza discendenza. Tre figli, per giunta promettenti, sono un ricco tesoro. Io gioisco quando intendo di giovani di virtù e talento, degni di ricevere e verosimilmente preservare il meraviglioso lascito dell'autogoverno, il quale abbiamo acquisito e formato per loro. Il complemento di guardiamarina per lo squadrone tripolitano è al completo; e io spero che le fregate abbiano già lasciato i Capi a quest'ora. Oggi ho comunque firmato i mandati per guardiamarina per i due giovani gentiluomini che mi avete raccomandato. Questi verranno inoltrati dal Segretario della Marina. Questi mi dice che il loro primo servizio sarà probabilmente a bordo di cannoniere.
Accettate i miei amichevoli saluti, e assicurazioni di grande stima e rispetto
To Judge John Tyler
Washington, June 28, 1804
DEAR SIR, -- Your favor of the 10th instant has been duly received. Amidst the direct falsehoods, the misrepresentations of truth, the calumnies and the insults resorted to by a faction to mislead the public mind, and to overwhelm those entrusted with its interests, our support is to be found in the approving voice of our conscience and country, in the testimony of our fellow citizens, that their confidence is not shaken by these artifices. When to the plaudits of the honest multitude, the sober approbation of the sage in his closet is added, it becomes a gratification of an higher order. It is the sanction of wisdom superadded to the voice of affection. The terms, therefore, in which you are so good as to express your satisfaction with the course of the present administration cannot but give me great pleasure. I may err in my measures, but never shall deflect from the intention to fortify the public liberty by every possible means, and to put it out of the power of the few to riot on the labors of the many. No experiment can be more interesting than that we are now trying, and which we trust will end in establishing the fact, that man may be governed by reason and truth. Our first object should therefore be, to leave open to him all the avenues to truth.The most effectual hitherto found, is the freedom of the press. It is therefore, the first shut up by those who fear the investigation of their actions. The firmness with which the people have withstood the late abuses of the press, the discernment they have manifested between truth and falsehood, show that they may safely be trusted to hear everything true and false, and to form a correct judgment between them. As little is it necessary to impose on their senses, or dazzle their minds by pomp, splendor, or forms. Instead of this artificial, how much surer is that real respect, which results from the use of their reason, and the habit of bringing everything to the test of common sense.
I hold it, therefore, certain, that to open the doors of truth, and to fortify the habit of testing everything by reason, are the most effectual manacles we can rivet on the hands of our successors to prevent their manacling the people with their own consent. The panic into which they were artfully thrown in 1798, the frenzy which was excited in them by their enemies against their apparent readiness to abandon all the principles established for their own protection, seemed for awhile to countenance the opinions of those who say they cannot be trusted with their own government. But I never doubted their rallying; and they did rally much sooner than I expected. On the whole, that experiment on their credulity has confirmed my confidence in their ultimate good sense and virtue.
I lament to learn that a like misfortune has enabled you to estimate the afflictions of a father on the loss of a beloved child. However terrible the possibility of such another accident, it is still a blessing for you of inestimable value that you would not even then descend childless to the grave. Three sons, and hopeful ones too, are a rich treasure. I rejoice when I hear of young men of virtue and talents, worthy to receive, and likely to preserve the splendid inheritance of self-government, which we have acquired and shaped for them.
The complement of midshipmen for the Tripoline squadron, is full; and I hope the frigates have left the Capes by this time. I have, however, this day, signed warrants of midshipmen for the two young gentlemen you recommended. These will be forwarded by the Secretary of the Navy. He tells me that their first services will be to be performed on board the gun boats.
Accept my friendly salutations, and assurances of great esteem and respect.
THOMAS JEFFERSON.
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